giovedì 10 agosto 2017

Patagonia - Terra del fuoco

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14-15/01/2017
13 ore di volo sono davvero lunghe, però passano tra film, cibo e tanti pisolini, anche se le caviglie sembrano ‘piedi di porco’. Il passaggio a Buenos Aires, per raggiungere il volo interno, non è proprio dei più agevoli, ma anche il 3° ed ultimo volo viene eseguito, e ci troviamo a Trelew. In 45 min arriviamo a Puerto Madryn. L’hotel Verona non è proprio il massimo: la stanza odora di nauseabondi prodotti chimici e chissà cosa si annida in quella moquette! Si pranza con empanadas e birra, poi un giro in spiaggia con la bassa marea. C’è chi fa il bagno, chi prende il sole, chi fa volare aquiloni. Lungo il molo sentiamo ed avvistiamo qualche leone marino, peccato che le balene siano già passate. Si torna in albergo per un po’ di riposo, viaggio e fuso si fanno sentire, poi cena al Nautilus con gamberi all’aglio. Il letto non è mai stato così invitante.
16/01/2017
Giro della penisola Valdes: il paesaggio brullo è intercalato da scorci di mare. Spuntano i guanaco, ovvero animali simili alle vigogne, uccelli con pennacchio simili alle faraone, leoni ed elefanti marini, armadilli che timidamente si affacciano dalle buche. L’enorme colonia di leoni marini, intenti a riprodursi, è davvero impressionante; maschi con la criniera, femmine, giovani e cuccioli che talvolta hanno la peggio, schiacciati dal peso degli adulti. Carramba che sorpresa: il coordinatore dell’altro gruppo, che mi sembrava una faccia nota, è effettivamente il ragazzo conosciuto in Guatemala qualche anno fa. La sera, dopo aver girato come trottole per più di 1h, ceniamo laddove avevamo prenotato e disdetto in 5 minuti. I calamari in zuppa non sono niente male, ma dobbiamo rivedere il senso d’orientamento del ns coordinatore e, soprattutto, l’organizzazione: prenotare sempre!
17/01/2017
Dopo un lungo tragitto arriviamo alla pinguineria di Punta Tombo. E’ incredibile la quantità di pinguini presenti, della razza magellano, bianchi e neri gli adulti, grigi e morbidosi i piccini, taluni nelle tane scavate nel terreno, talaltri all’aperto prendendo aria o sonnecchiando. Alcuni adulti sono in movimento per il bagno, o per procacciare sardine e calamari per sè stessi e per i piccoli. Dopo ogni migrazione tornano esattamente nella propria tana e questo è ancora un mistero per gli studiosi. Dopo la visita dirigiamo per Gaiman, un presidio gallese con una flora rigogliosa grazie alla presenza dei canali di acqua dolce. Le graziose case si snodano lungo le strade ordinate,  particolari sono le sale da tè, ma decisamente troppo care (17€ a tazza). Successivamente muoviamo verso Trelew e visitiamo il museo dei dinosauri, con diversi ed interessanti reperti; qui è stato trovato il dinosauro più grande del mondo. PS Che le coppie dichiarate, ovvero 2, siano in realtà 3 di cui 1 clandestina? C’è imbarazzo nell’aria, soprattutto sui volti degli ignari amici (almeno io leggo questo).

18/01/2017
Trasferimento a El Calafate e lì scopriamo che la prenotazione per la ramponata sul Perito Moreno, non è mai stata fatta. Scivoliamo in una discussione piuttosto accesa dove chi vuole assolutamente farla, pesta i piedi come un bambino, a scapito della sicurezza di tutti per il conseguente trasferimento notturno. La situazione mi irrita ancor più per la posizione del coordinatore, che a mio avviso doveva astenersi da qualsiasi presa di posizione, e comunque pensare al bene del gruppo, più che al proprio. Non ultimo il buonismo di chi vota a favore, pur non effettuando l’escursione. I rapporti s’incrinano e francamente non so se torneranno quelli precedenti. Non manco di esprimere il mio forte disappunto a Salvatore, per altro non solo mio. Dopo aver perso moltissimo tempo, poco prima di arrivare a El Chalten, ci fermiamo alla Estancia La Leona per una pausa caffè ed un giro nello shop. El Chalten è una cittadina 100% turistica, base d’appoggio per le escursioni al Fitz Roy. Le costruzioni basse e colorate con il tetto in lamiera, ben si armonizzano con il paesaggio circostante. A cena una teglia di carne di lomo, verdure e patate: buonissima ma impossibile finirla.

19/01/2017
Dopo un’abbondante colazione si parte per il trek del Fitz Roy; la montagna ed il ghiacciaio si mostrano da più punti. La vetta più alta è coperta dalle nubi, come sempre, ma lo spettacolo resta comunque notevole. La salita al laghetto è davvero faticosa, 400mt di dislivello, ma si affronta con caparbietà e si arriva in cima alla laguna des Los Tres, dove un vento fortissimo ti sbatte a terra. Il 2o laghetto è di un colore incredibile, sembra quasi finto. Ridiscendere è davvero arduo ma si arriva giù e si prosegue lungo il percorso che sembra non finire mai. Più di 10 ore tra cammino e pause, le mie gambe rispondono incerte agli impulsi del cervello. Dopo una doccia bollente e un massaggio con la crema defaticante portentosa (spero), si cena dividendo un pollo alla crema ed una cazuela di carne. Gustosi entrambi ma le quantità sono davvero esagerate. Chissà se domani riuscirò ad alzarmi dopo questi estenuanti 25km dichiarati (per me erano di più).

20/01/2017
Vento e pioggia ci costringono a posticipare il trek previsto oggi, per il Lago del Desierto, raggiunto il quale saliamo per la laguna Huemul. Il percorso presenta alcuni tratti difficoltosi, accentuati dalla pioggia e dalla stanchezza del giorno prima. In cima ci attende un ghiacciaio che termina in un lago azzurro da cui sfocia una cascata. Giusto il tempo di scattare qualche foto e di pranzare, che ricomincia a piovere con insistenza. Discendiamo per poi tornare in albergo, inutile approcciare qualsiasi ipotesi con un tempo così avverso. Appena esce un’occhiata di sole si gira per il paese e poi si va a cena; il problema è recuperare tutti, perchè di rispettare un orario non se ne parla! Stasera ordiniamo il piatto del giorno: bistecca di mucca con purè, slurp, ma anche questa volta non riesco a finire tutto (Guaz e Zazza m’insulterebbero, ma la pancia è tesa come un tamburo).
21/01/2017
Si parte per il Cerro Torre: 9km in andata e gli stessi in ritorno, tra l’altro, per buona parte, quelli fatti nel tratto finale di 2 giorni fa. Certo che percorrere lo stesso tratto 3 volte è abbastanza demenziale! Il percorso presenta alcune difficoltà ma diventa semplice nell’ultimo tratto. Per arrivare alla laguna è necessario vestirsi dato che, la vicinanza del ghiacciaio, abbassa la temperatura. Il vento spira così forte che la sabbia ti leviga il viso e devo abbassarmi più e più volte, per non essere portata via. Oltre la collina la laguna con il ghiacciaio fanno una certa impressione. Impossibile per me e molti, proseguire per il 2o mirador, così si torna indietro. Raggiunto l’albergo partiamo per Calafate dove ci attende un albergo ancor più grazioso di quello del giorno prima; a parte l’orripilante hotel Verona non sembra di viaggiare con AnM. A cena un all can you eat di media qualità, certo è che il cameriere ci fa impazzire con il conto: impossibile unire i conti dei 3 tavoli ottenendo un unico giustificativo.
22/01/2017
Escursione in barca sul Lago Argentino: arriviamo a Puerto Bandera e saliamo sul catamarano che si spinge fino al ghiacciaio. Gli iceberg fanno una certa impressione anche se, a parte 2, non sono così grossi come in Titanic, però sono assolutamente reali. Il 1o dei big è attraversato da un buco perfettamente sferico ed è azzurro chiaro, l’altro è blu-marrone anche se la guida spiega che è un effetto ottico; in realtà sono trasparenti. Assistiamo ad una frana del ghiacciaio, il crollo finisce in acqua generando le onde, la natura è davvero incredibile. Torniamo indietro navigando placidamente e lasciando il ghiacciaio alle ns spalle. La sera divido un piatto di ravioli ed una bistecca argentina; è curioso ordinare un primo, scegli la pasta e, a parte, scegli il condimento. Giancarlo ci delizia con un liquore che ricorda il ginepy. Domani è prevista pioggia...chissà.
23/01/2017
E’ nuvoloso ma partiamo fiduciosi per il lago Roca; è possibile approcciare un piccolo trek o girare per un tratto intorno al lago. Il gruppo si divide per entrambe le attività, io opto per il secondo che risulta essere una buona scelta, soprattutto quando il cielo si apre rivelando una natura ricca di colori. Ci ritroviamo con i trekkers e torniamo a El Calafate. Stasera ceniamo nel ristorante più bello, fino ad ora, e si assaggia una trucia al limone e risotto di mare, annaffiati da un souvignon, e concludendo con una cheese cake. Tutto ottimo a parte il riso scotto.

24/01/2017
Perito Moreno in tutte le salse: lo contempliamo in lontananza dal mirador, poi dalle passerelle dove si innalza davanti a noi, per i suoi 40-70 mt di altezza, dall’acqua. Osserviamo 2 crolli e sentiamo lo scricchiolio dovuto al movimento del ghiaccio. Le fratture ed il colore azzurro, bianco, talvolta marrone perchè sporco di terra, fa sembrare il tutto una enorme meringa! Traghettiamo verso il ghiacciaio per il mini-trek, i ramponi non sono semplicissimi da gestire perchè il piede non flette, ma la passeggiata è piacevole, ricca di spiegazioni della guida, e si conclude con 2 bicchieri di wisky con ghiaccio del ghiacciaio. Quando tutti tornano, partiamo come razzi verso la frontiera del Cile. David, il ns autista, fa terrorismo sul cibo: ci sono multe salatissime per i freschi ed alcuni secchi sono da dichiarare. Praticamente durante il viaggio mangiamo tutto quello che abbiamo! Circa alle 23 arriviamo alla frontiera cilena e, nonostante i minuziosi controlli, tutto va liscio. Dopo lo scherzo di David che annuncia altre 2 ore di viaggio, arriviamo in 10 min a Puerto Natales. L’albergo è il non plus ultra dello standard AnM: pareti sottili di compensato e bagno in comune! Comunque si dorme un po’.
25/01/2017
Il meteo è cambiato ancora, nessuna previsione è valida in Patagonia! Dopo aver cambiato il danaro e fatto spesa, partiamo per il parco Paine. Il giro in pulmino, che proprio così non è, si rivela la parte migliore. Ci fermiamo una 1a volta per una passeggiata di 2 ore alla scoperta di cascata, lago, natura incontaminata, alberi scheletrici a causa di un incendio del 2001. La 2a sosta prevede una passeggiata verso il ghiacciaio Grey, con il vento che soffia impetuoso obbligandoci a inclinare noi stessi per mantenere l’equilibrio. Successivamente andiamo al campeggio dove ci attendono le ns tende: dei loculi piantati in giardino, tra erba alta ed escrementi di animali che scorrazzano liberi. Comunque riusciamo anche a fare una doccia calda (almeno chi ha indovinato qual è). La cena prevede una zuppa, pollo, riso con pomodori, insalata, dolce: a onor del vero tutto gustoso. Ed è alla fine del pasto che si scatena un’accesa discussione per chi vuole andare alla Valle dei Francesi, pernottando una 3a notte in tenda, e chi no. Le voci si alzano, tutti vogliono avere ragione e non c’è modo di mettere pace nel gruppo, neanche dopo il discorso di David con la sua disponibilità, data se anche noi facciamo la ns parte (almeno, io interpreto così). Si va a letto con un rinnovato malessere, in tutti i viaggi AnM mai è capitata una situazione così pesante.
26/01/2017
Dopo colazione, partiamo per la scalata delle Torri del Paine. Il dislivello è impegnativo, 886mt, ma ciò che rende l’impresa difficile, è la pioggia che cade con sempre maggiore intensità. L’ultimo tratto tra le pietre è davvero difficile, stringo i denti e arrivo al lago fradicia, con la sola voglia di ridiscendere quanto prima, star lì con un tempo così impervio, non ha senso. La pioggia continua imperterrita, quando si torna giù ci si cambia alla meglio con qualche panno asciutto, e si attende l’arrivo di tutti. Ancora una volta, chi da tempi ed orari, non li rispetta, con buona pace di chi si impegna per essere puntuale. Mah. Al rifugio si stendono i panni bagnati ovunque nel salone dove ceniamo, nella flebile speranza di asciugarli per la mattina dopo, soprattutto le scarpe. E’ il cordero che mette allegria, oltre ai bottiglioni di vino da 1,5lt! Chissà se le tende sopravviveranno ad una eventuale, nuova, perturbazione.
27/01/2017
Hanno resistito, anche se le ns scarpe sono ancora bagnate. Sacchetti ai piedi a mo di calzino e partiamo per l’aliscafo delle 9:30. Il gruppo si divide per chi conquista la Valle dei Francesi, chi il Lago Grey, chi resta alla partenza. Il trek verso il lago, finita la pioggia, si rivela gradevole e variegato. Diversi miradores mostrano il ghiacciaio che si tuffa in acqua, attraversiamo un campo di orchidee autoctone, sia bianche che fucsia. I colori diventano vividi quando il sole fa capolino. Percorriamo quasi tutto il tragitto ma, a un certo punto, torniamo indietro non volendo affrontare una discesa impegnativa che, al ritorno, si sarebbe trasformata in una irta salita. Il gruppo intero si compatta al traghetto raccondosi le reciproche esperienze. Tutti soddisfatti e pronti a partire, dopo aver attraversato il lago in catamarano, e aver trovato David ad attenderci. Dirigiamo quindi verso Puerto Natales, dove il toto stanze è sempre un programma, questa volta sono adottata dal gruppo delle 3 ragazze! La cena è a base di zuppa, salmone e patate: molto buona.
28/01/2017
Tranquilla colazione, spesa, cambio di danaro e si parte per il trek del monte Dorotea, poco distante dalla città, che presenta una bella pendenza. Una volta in cima lo sguardo, nonostante le nuvole, abbraccia tutto Puerto Natales e l’oceano su cui s’affaccia, costellato da isolotti. Il forte vento gelido, ci fa desistere dalla troppa osservazione, quindi discendiamo dopo il pranzo al sacco. Al ns arrivo, i proprietari della hacienda, ci offrono caffè, tè e pan cake. Nel loro soggiorno regna un incredibile disordine, ma le 3 signore sono molto gentili e si prodigano per noi. Torniamo in città per un giro, sia in riva al mare, che in centro, in attesa di Liborio che partecipa alla navigazione del ghiacciaio Balcamaceda y Serrano; un po’ deludente, ci dirà. Recuperato il 16o viaggiatore, partiamo verso Punta Arenas, ancora una volta a suon di Gilda. A cena merluzzo, gamberetti, purè di patate rustico, il locale è davvero particolare. Comico il presunto smarrimento del portafoglio di Giancarlo, che invece ha scambiato la sua giacca con quella di Francesco. (E sei a 2, dato che hai anche dimenticato il cellulare sul tavolo la 2a cena 😜)
29/01/2017
Dopo un’abbondante colazione, partiamo per il giro libero della città: ci affacciamo ai 2 miradores e poi visitiamo la casa-museo di Magellano. Il parquet scricchiola sotto i ns piedi avvolti da sacchi di stoffa, mentre osserviamo gli arredi originali. Alle 12 assistiamo alla parata militare per l’alzabandiera, poi, dopo pranzo, percorrendo il lungomare, andiamo al cimitero monumentale alla ricerca delle tombe dell’Indio Ignoto e di Sara Brown, sovvenzionatrice della costruzione del cimitero, e prima ‘ospite’. La sera ceniamo nel locale vicino a quello del giorno prima, il servizio è lento, disorganizzato, i prezzi più alti e le pietanze meno gustose.
30/01/2017
Sveglia alle 5:45 e partenza per Ushuaia. Il viaggio è lungo ma scorre veloce, prima della frontiera mangiamo tutta la frutta fresca. Passiamo velocemente sia i controlli in uscita dal Cile, che quelli in entrata in Argentina. Arriviamo al traghetto per l’attraversamento dello stretto di Magellano perfettamente sincronizzati. 20 min di navigazione e siamo nella Terra del Fuoco. Ancora 220 km all’arrivo, durante il quale ci fermiamo in alcuni miradores e al centro sciistico, dove i cani da slitta vengono tenuti ad una corta catena: la loro collocazione è del tutto inadeguata! Ushuaia ci accoglie con il lungomare, il porto, case e casette; ad un primo impatto un insieme disomogeneo. L’alberghetto è standard AnM, ma pulito e con acqua calda, alcuni di noi, però, non hanno il riscaldamento e l’aria fuori è fredda. Stasera cena casalinga preparata dalla sig.ra Maria, proprietaria dell’albergo: minestra e asado, ma il conto si rivelerà alquanto salato.

31/01/2017
Oggi, dopo una misera colazione, abbiamo la navigazione del canale Beagle. Il freddo è pungente ma si resiste fotografando cormorani reali, leoni marini, pinguini magellano e papua, oltre al famoso faro a sud-dissimo. Il canale si restringe laddove Oceano Atlantico e Pacifico si uniscono; da una parte l’Argentina, dall’altra il Cile. Quando torniamo non posso esimermi dal timbro sul passaporto e dalla foto salamellica davanti al famoso cartello. Successivamente facciamo un giro lungo il centro, con negozi di souvenirs carissimi, poi una cioccolata con una gigantesca fetta di cheese cake. Stasera ceniamo con la centoia, che finisce dalla vasca, alla pentola. Affrontare questo granchio gigantesco non è facile, ma riusciamo perfettamente, e con gran soddisfazione, nell’intento.
01/02/2017
Trek al parco Terra del Fuoco: la giornata è calda e il sole splende. Gli scorci sono meravigliosi e la camminata, seppur lunga, è piacevole, senza presentare particolari difficoltà. Quando incrociamo gli altri, in un cambio di sentiero, constatiamo che mancano Anna, Simona e Cesare. Ripartiamo dopo un consulto ritrovandoci con i 3 dispersi, alla fine della Ruta 3: avevano sbagliato strada! Torniamo a Ushuaia dopo una mini sosta al trenino del parco. Questo giorno sembra non finire mai, anche perchè la luce insiste fino alle 21:45. In serata ci si divide per la cena mentre ci si ritrova per l’ennesima conclusione alcolica.
02/02/2017
Ultima misera colazione in questo alberghetto e partenza per una ascesa di 1h al ghiacciaio Martial, giusto il tempo di arrivare al mirador che dobbiamo scendere. L’aeroporto ci attende con una interminabile coda per la verifica dei bagagli. Partiamo in ritardo e, purtroppo, non viene distribuito il panino sperato ma una barretta, ed un mix di frutta secca (fame!). Una volta a Buenos Aires ci dividiamo in 4 taxi e arriviamo al ns elegante albergo, con le maglie puzzolenti. Doccia veloce e partiamo per la cena che si svolge in una casa, ed è curata dalla cugina di Tiziana. Molti sono scettici anche se nessuno ha disertato perchè l’ultima cena, dispiace non passarla insieme. Purtroppo i timori sono fondati; si cena scomodamente nella taverna della casa dove aleggia odore di cannabis e si aggira un bel esemplare di cucaracha. Gli ospiti sono decisamente alternativi e, nonostante Sara ed il suo compagno si prodighino, durante le spiegazioni sul tango, e le esibizioni canore, molti hanno visi annoiati e vorrebbero scappare via. L’esibizione dei ballerini è ben preparata e piacevole da osservare, un po’ squallida, a mio avviso, la richiesta di un’offerta, anche se qui funziona così. Usciamo un po’ delusi per questa ultima sera, c’è chi torna in albergo, chi va in milonga, chi si perde per le vie alla ricerca della vita notturna di Buenos Aires. Beviamo una birra e torniamo in albergo per un sonno di ben 4 ore.
03/02/2017
La sveglia è traumatica ma ci aspetta il giro della città. Il gruppo hard rock cafè si muove compatto per i luoghi interessanti che offre la città: la P.za Majo, la Casa Rosada, il ponte di Calatrava, il quartiere della Boca, lo stadio, il Camilito. Quest’ultimo è quello più carico di colori e di folklore, i tangheri ballano per strada e gli artisti espongono le loro opere. Successivamente andiamo al centro commerciale Flores, situato in un palazzo storico e, poi, un km dopo l’altro, torniamo in albergo. Giusto un gelato da Freddo e si parte per l’aeroporto. Il volo per Roma decolla con 2h di ritardo, e noi abbiamo la coincidenza per Milano giusto dopo 2h. Dovremo correre, e veloci!
04/02/2017
Arriviamo in ritardo ma proviamo a lanciarci nell’impresa ‘acchiappa l’aereo al volo’;  niente da fare, l’omino Airlines ci accompagna fino al banco Alitalia. Atterrati a Malpensa, tra tutti, è Simona che abbraccio per ultima, ha gli occhi lucidi. Ci sono persone con cui ti trovi bene da subito, o quasi, perchè io devo prendere le misure: lei è una di queste. Sono certa che con lei ci rivedremo, quindi il nostro è solo un arrivederci.
I companeros, da sinistra a destra: Salvatore, Liborio, Anna, Tiziana, Giancarlo, Cristina, Ivan, Cesare, Sergio, Francesco, Samuele, Zoya, Simona, Marcello, Mauro
Un viaggio indubbiamente faticoso, per una di pianura come me, ma, alla fine, sono orgogliosa di essere arrivata ovunque, fino alla fine du mundo.
Buena suerte

Frog (Rosanna)

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